sabato 22 ottobre 2011

LE GALASSIE

            


                  


                          


                    




                              


                              


                                          


Queste sono le GALASSIE più belle e interessanti che ho trovato.
Grazie a queste mi è venuta una grande voglia di essere un' astronoma da grande!


giovedì 28 aprile 2011

                                                          IL TOPOLINO INGORDO


C'era una volta un topolino povero che viveva in una piccola tana assieme a due amici.Dovevano cercare il loro cibo sempre negli scarti, finchè un giorno scoprirono che vicino alla loro tana stavano costruendo un grandissimo caseificio.
La gioia per il topolino fu grande quando scoprì un piccolo passaggio che lo faceva arrivare direttamente al laboratorio.Il topolini giorno dopo giorno entrava nel laboratorio e mangiava tutto il formaggio che  poteva.Il topolino non raccontò mai ai suoi amici della sua scoperta,anzi per non farsi scoprire li fece andare via dalla sua tana.Non passò però tanto tempo che il topolino iniziò a sentirsi solo e triste e non solo, ma la sua pancia diventava sempre più grandeda non riuscire a passare nel buchino che lo conduceva al aboratorio.Era talmente triste che decise di tornaredai suoi amici e raccontare loro tutto.Gli amici lo perdonarono  e ben presto furono in tre ad entrare nel laboratorio.Il topolino capì che l' amicizia era più importante di qualche pezzo di formaggio e che dividere tutto con gli amici rendeva più felici.
Questa storia è stata scritta da me SEA.AZZURRO

sabato 23 aprile 2011





Riccioli d'Oro e i tre orsi
C'erano una volta tre orsi che vivevano in una piccola casa nel mezzo della foresta.
Si trattava di un orso grande, Papà Orso, di un orso medio, Mamma Orso e del loro piccolo, chiamato Orsetto. Un mattino Mamma Orso preparò una grossa pentola di latte che versò nelle tre tazze della colazione. Ma il latte era troppo caldo da bere.
"Lo lasceremo raffreddare mentre faremo una passeggiata", disse Papà Orso.
"Così al ritorno lo troveremo al punto giusto", disse Mamma Orso.
Lì vicino, chissà dove però, viveva una bambina dispettosa. Si chiamava Riccioli d'Oro per via dei suoi lunghi capelli biondi. Un mattino, passando davanti alla casa dei tre orsi, vide che la porta era aperta. "Mi piacerebbe entrarci"! si disse. Appena vide il latte, volle assaggiarlo: "Ho fame davvero" pensò. Ma il latte della tazza di Papà Orso era ancora troppo caldo. E quello nella tazza della mamma era troppo denso. Allora Riccioli d'Oro assaggiò il latte dell'Orsetto. Andava proprio bene, così lo bevve.
Subito dopo Riccioli d'Oro decise di sedersi. Ma la sedia di Papà Orso era troppo alta. Poi si sedette su quella media di Mamma Orsa: "Questa è troppo dura per me"! disse. Infine trovò la seggiolina di Orsetto. Non era troppo alta. Non era troppo dura. Andava proprio bene. Riccioli d'Oro si sedette felice sulla seggiolina di Orsetto ma era troppo pesante. La seggiolina si ruppe in tanti pezzi.
Riccioli d'Oro cadde a terra: "Che spavento! - si lagnò - Ora devo riposare un po'". Riccioli d'Oro salì al piano superiore e provò il letto grande ma era troppo duro per lei. Poi provò quello medio ma era troppo molle per lei. Quando provò a stendersi sul lettino di Orsetto lo trovò proprio comodo. E si addormentò.
Poco dopo i tre orsi tornarono dalla camminata. Adesso voglio bere il latte disse Papà Orso. Ma arrivato al tavolo gridò: "Qualcuno ha bevuto il mio latte"! "E qualcuno ha bevuto il mio" disse Mamma Orso. "Ma perché non gli è piaciuto il mio latte"? si chiese. "Gli è piaciuto il mio! - gridò Orsetto vedendo la tazza vuota - Qualcuno lo ha bevuto tutto"!
"Guarda - disse Papà Orso -Qualcuno si è seduto sulla mia sedia".
"E qualcuno sulla mia"! disse Mamma Orsa.
"Qualcuno si è seduto sulla mia seggiolina - singhiozzò Orsetto - E l'ha rotta tutta"!
I tre orsi cercarono in giro per la casa. Di sopra guardarono qua e là.
"Qualcuno ha dormito nel mio letto" gridò Papà Orso.
"E qualcuno nel mio" urlò Mamma Orso.
"Oh, qualcuno dorme nel mio letto"! esclamò Orsetto.
Al suono della voce di Orsetto, Riccioli d'Oro si svegliò. Vide Papà orso che la guardava arrabbiato. Riccioli d'Oro saltò giù dal letto e corse per le scale più in fretta che poté. Fuggì nel bosco e scomparve alla loro vista. Sono sicuro che non ci darà più fastidio! disse Papà Orso. E infatti fu così.
QUESTA STORIA MELA HA DATA DA SCRIVERE  SISSI.ARANCIO E PER QUESTO CHE HA FATTO LA RINGRAZIO MOLTISSIMO.

domenica 27 febbraio 2011

AVVISO





                                                            AVVISO
                                                       
Ehi ragazzi,finalmente ho trovato una bella favola! Ora sul mio blog,c'è anche .......
                                       LA BELLA E LA BESTIA!

Questa storia è bellissima, leggetela!



In un paese lontano della Francia, viveva nel suo splendido castello un giovane principe. Era viziato ed egoista. bb70.jpg (12119 byte) Durante una fredda notte d'inverno una vecchia mendicante si presentò al castello e chiese al giovane riparo dal freddo. La vecchia offrì al principe una rosa, ma lui la cacciò. Lei, allora, si trasformò in una bella fata e per punizione gettò un incantesimo sul castello trasformando il principe in una orribile bestia. solo se fosse riuscito a farsi amare prima che la rosa incantata sfiorisse, sarebbe tornato uomo. In un villaggio vicino viveva Belle, tutti credevano che fosse una ragazza strana perchè amava tanto leggere e, quando aveva un libro in mano non si accorgeva neppure di Gaston, l'idolo di tutte le ragazze. belle1.jpg (25121 byte) Egli pensava che Belle fosse la ragazza più carina del paese,bb07.jpg (15901 byte) perciò aveva deciso di sposarla senza aver nemmeno chiesto il suo parere tanto era convinto che nessuna potesse resistergli; la ragazza, però, lo trovava terribilmente noioso. Il padre di Belle, Maurice, era un inventore, e quel giorno stava sperimentando una curiosa macchina spaccalegna da presentare a una fiera. "Funziona!" gridò, quando lo strano marchingegno si mise in moto. Maurice, partì per la fiera convinto di poter vincere il primo premio e diventare famoso. Belle era felice: se il padre avesse avuto fortuna, forse la loro vita sarebbe cambiata. A lei non piaceva stare in quel paesino, sognava qualcosa di diverso. Ben presto, Maurice si accorse di aver sbagliato strada. "Andiamo di qua, Philippe,"disse l'inventore rivolto al cavallo,ed entrò nel bosco. Ad un tratto degli ululati minacciosi spaventarono Philippe, che fece cadere il suo padrone e scappò. Erano lupi! Inseguito dalle belve, anche Maurice fuggì e arrivò davanti a un cancello altissimo. Lo spinse e riuscì ad aprirlo mettendosi in salvo. In fondo al viale vide un castello. Sembrava abbandonato e aveva un aspetto pauroso. Ma la notte era fredda ed era scoppiato un temporale, perciò l'uomo decise di entrare. "C'è nessuno?" chiese. belle2.jpg (22221 byte) "Certamente,lei è il benvenuto!" disse una voce. "Chi ha parlato?" esclamò Maurice, afferrando un candeliere. "Sono qui!" rispose... il candeliere. Incredibile, quell'oggetto parlava e si muoveva! E così pure Tockins, l'orologio: "Sai che succederà se il padrone lo trova qui?" Già, quello era proprio il castello in cui viveva la Bestia. Da quando la fata gli aveva fatto l'incantesimo, si vergognava del suo aspetto e aveva ordinato che nessuno potesse vederlo. Così non appena si accorse di Maurice, si infuriò: quell'uomo era venuto per curiosare. Allora sarebbe rimasto lì per sempre! Intanto Belle era alle prese con Gaston. bb73.jpg (16082 byte) Era entrato in casa sua e le stava proponendo di sposarlo! Che idea! La ragazza mandò via quel maleducato, aveva alto per la testa: sogni, avventure... Quando, però, Philippe tornò a casa da solo, i sogni di Belle svanirono in un soffio. La ragazza capì che doveva essere successo qualcosa di brutto: bb33.jpg (12204 byte) "Dov'è papà?" chiese agitata. Philippe non poteva rispondere, ma... poteva portarla da lui! Arrivarono al castello. Belle si stupì: com'era possibile che suo padre fosse arrivato fin laggiù? Appena varcato il cancello trovò il cappello del padre, così con coraggio entrò nelle sale buie... Camminando lungo i  corridoi, Belle arrivò dove la Bestia aveva rinchiuso Maurice. "Devi andartene subito!" cercò di spiegargli il padre, preoccupato. Troppo tardi... il mostro era già lì! "Sono venuta per mio padre. La prego, lo liberi!" supplicò Belle. Ma la Bestia non ebbe pietà: "Rimarrà dove si trova!" Generosamente la ragazza propose uno scambio. "Prenda me al suo posto!" La Bestia accettò a patto che Belle rimanesse al castello per sempre. bb36.jpg (13204 byte) "La prego, risparmi mia figlia!" continuava a chiedere Maurice, mentre la Bestia lo trascinava via. Tutto inutile: il padrone del castello non lo ascoltava, e l'inventore fu costretto a ripartire da solo, su una carrozza stregata. Tornato al villaggio, Maurice corse alla taverna per chiedere aiuto, ma nessuno dei presenti, nemmeno Gaston, volle credere alla sua storia. In quel momento al castello, la teiera Mrs. Bric, la tazzina Chicco,  Tockins e gli altri oggetti animati cercavano di consolare Belle, che si sentiva molto triste. La ragazza non voleva aver niente a che fare con la Bestia. Gli oggetti, sapendo che il loro padrone, in fondo, aveva un animo sensibile, cercarono di convincerlo a comportarsi da gentiluomo: se fosse riuscito ad amarla e a farsi amare da lei, avrebbe potuto spezzare l'incantesimo! Ma quando la Bestia provò a invitarla a cena, lei rifiutò perchè non era stato per niente gentile. Solo più tardi si decise a uscire dalla sua camera per cercare qualcosa da mangiare. Gli oggetti incantati furono felicissimi di vederla entrare entrare nel salone e prepararono una tavola fantastica! belle3.jpg (23837 byte) Dopo la cena, Belle passeggiò nelle sale del castello, attratta dal mistero di quel luogo incantato. Arrivata all'ala ovest, ricordò che la Bestia le aveva proibito di entrarci, ma non riuscì a resistere alla curiosità. Fu così che scoprì la rosa fatata! Stava perdendo i suoi petali a uno a uno... Affascinata da quello spettacolo, non si accorse che la Bestia era lì vicino! "Perchè è venuta qui?" le chiese pieno di rabbia, proteggendo la rosa con una zampa. Belle non poteva saperlo, ma quel fiore rappresentava l'unica speranza di salvezza per la Bestia. Ancora una volta la Bestia la spaventò. beast1.jpg (34954 byte) Ormai la ragazza ne aveva abbastanza: balzò a cavallo di Philippe e fuggì. Tra gli alberi, però, i lupi erano sempre in agguato! Circondata da quei feroci animali aveva perso ogni speranza. Ma all'improvviso arrivò la Bestia e, lottando duramente, mise in fuga i lupi. Nello scontro la Bestia era stato ferito e ora giaceva a terra. Era il momento giusto per fuggire. Belle, però, decise di restare: lui l'aveva salvata rischiando la vita. A fatica lo caricò su Philippe e lo riportò al castello. Più tardi Belle curò le ferite della Bestia e per la prima volta i due parlarono sul serio. Sì, lei era fuggita, ma solo perchè lui l'aveva spaventata! "Grazie per avermi salvato la vita," mormorò Belle alla fine. La Bestia rimase molto colpito da quelle parole gentili. Dolcezza, buone maniere: ecco quello che a lui mancava. Ma voleva cambiare... e cambiò perchè in fondo aveva un animo nobile. Per cominciare diventò un perfetto padrone di casa, un vero gentiluomo... e anche un ballerino fantastico! Belle si accorse del cambiamento, mentre la Bestia si affezionava sempre di più alla ragazza. Belle sarebbe riuscita ad amarlo?bb74.jpg (15724 byte) La ragazza si sentiva felice, ma le mancava suo padre. La Bestia le diede allora uno specchio magico, con il quale Belle potè vedere Maurice: era solo nel bosco ed era in pericolo! Oh, se solo avesse potuto raggiungerlo! La Bestia era innamorato di Belle; la rosa stava sfiorendo, ma la felicità della ragazza contava più di ogni altra cosa. Le donò lo specchio magico e la lasciò andare. Belle ritrovò il padre nel bosco. Era venuto da solo a salvarla, ma il freddo l'aveva indebolito. La ragazza lo riportò a casa, e qui Maurice si riprese in fretta. La felicità, però, durò poco... Gli abitanti del villaggio, guidati da Gaston, arrivarono per portare Maurice in manicomio, dicendo che aveva perso la testa: parlava di castelli, di bestie... In realtà si trattava di una perfida idea di Gaston, il quale avrebbe fatto liberare Maurice solo se Belle lo avesse sposato. La ragazza sapeva che Maurice aveva detto la verità! La Bestia esisteva davvero e lei poteva dimostrarlo, grazie allo specchio magico.bb78.jpg (14458 byte) Quando gli uomini videro il padrone del castello ne ebbero paura, allora Belle cercò di spiegare che non era affatto malvagio. Gaston si accorse che la ragazza si era affezionata a quella strana creatura e ne fu geloso. Subito convinse gli abitanti del villaggio che la Bestia era un pericolo per tutti loro. Gli uomini, guidati da Gaston, partirono per il castello decisi ad attaccare la Bestia. Usando il tronco di un albero, riuscirono a sfondare il portone del castello. La battaglia stava per cominciare... Gli oggetti animati difesero il castello con tutte le loro forze. Intanto Gaston cercava la Bestia nelle sale e nei corridoi. E presto lo trovò: pieno di tristezza per la partenza di Belle, sembrava non preoccuparsi minimamente di quello che stava succedendo.  Quando Gaston tese l'arco, non si mosse, e quando fu colpito non reagì. Gaston spinse la Bestia sul terrazzo del castello, ma lui ancora non si difendeva. All'improvviso Belle entrò a cavallo nel cortile sotto di loro. Era tornata! Nel vedere la ragazza la Bestia sentì rinascere la speranza e  cominciò a lottare. Anche se adesso aveva una gran paura  Gaston non smetteva di stuzzicare il suo rivale: "Sei innamorato di lei, Bestia? Pensavi davvero che avrebbe voluto te, quando poteva avere uno come me?" Belle intanto stava salendo di corsa le scale del castello... Durante la lotta, la  Bestia aveva afferrato Gaston per il collo. Questi lo supplicava di lasciarlo andare: "Farò qualunque cosa!" "Vattene!" rispose allora la Bestia, appoggiandolo sul cornicione. Belle era già sul terrazzo: "Sono qui!" gridò felice. La Bestia si arrampicò accanto lei, fu allora che Gaston lo colpì alle spalle! La sua malvagità fu punita: tentando di colpire ancora la Bestia, perse l'equilibrio e precipitò nel vuoto. Era finita per lui. Sul terrazzo, Belle era disperata: la Bestia era ferito molto gravemente. "Non lasciarmi, io ti amo!" disse piangendo. E prima che la Bestia chiudesse gli occhi per sempre, la rosa fatata perse l'ultimo petalo. In quel momento luci magiche cominciarono a scendere dal cielo... Una pioggia di scintille cadeva sul corpo della Bestia, che fu sollevato nell'aria. Belle non lo sapeva, ma l'incantesimo si era spezzato. L'amore aveva vinto! Si, la Bestia era riuscita ad amare e a farsi amare prima che la rosa sfiorisse... e così tornò ad essere un principe. d1472.gif (40678 byte) Lei, che era innamorata della Bestia, per un attimo non capì. Ma poi vide negli occhi del giovane la stessa dolcezza che aveva conquistato il suo cuore e finalmente lo riconobbe. Subito dopo anche gli altri abitanti del castello furono liberati dall'incantesimo. Quel giorno, sotto lo sguardo commosso di papà Maurice, Belle e il principe danzarono a lungo. La gioia ormai era di casa nel castello e non se ne sarebbe andata più.
belleprince

lunedì 7 febbraio 2011

Pinocchio

     



        

 
                                                            

                                                      PINOCCHIO


                                                        
                                              

Pinocchio è una favola che tutti conosciamo e  in classe da tempo stiamo registrando la lettura dei capitoli  del podcast Le  avventure di Pinocchio, è una storia che non smetterà mai di insegnare a diventare buoni bambini.
A me piacciono  molto le favole classiche, infatti, ne leggo tante e tra poco ne metterò altre qui.
Se volete  leggere le mie favole si può partire anche dal nostro blog di classe  trenonline.blogspot.com e cliccare su sea.azzurro  dove si trova il mio blog felyfiabe.
Tanti saluti dalla SOTTOSCRITTA SEA.AZZURRO

sabato 5 febbraio 2011

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO





LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO



Un re e una regina erano finalmente riusciti ad avere una erede: era
una bimba, a cui diedero il nome di Aurora. Per festeggiare la sua
nascita, diedero una grande festa: su invito del re, cavalieri
e dame, cittadini e contadini, tutti vestiti degli abiti migliori
e portando doni, andarono a palazzo per vedere la neonata
e farle gli auguri.  Re Umberto, che regnava sul Paese vicino,
arrivò con il suo giovane  figlio, il principe
Filippo. I due re sognavano da molto tempo di unire
i loro Paesi per mezzo del matrimonio dei figli,
ed in questa occasione annunciarono il fidanzamento
della principessa Aurora con il principe Filippo. La festa era al culmine
quando, scivolando lungo un raggio di sole penetrato nella Sala Grande,
comparvero le minuscole figure di tre fate
buone. Agitando le bacchette magiche,
volteggiarono sopra i doni esposti, poi si
avvicinarono alla culla per offrire i loro doni
alla principessa Aurora. "Piccola principessa, il
mio dono sarà la bellezza" disse Flora, mentre la sua bacchetta spruzzava
scintille di polvere fatata. "Piccola principessa, il mio dono sarà una voce
dolcissima" disse Fauna. Ma proprio mentre la terza fata, Serena, stava
per offrire alla bimba il suo dono di felicità, una folata di vento spalancò
le porte del castello. Vi fu un lampo accecante e
Malefica la strega cattiva, comparve in mezzo alla
sala, furente per non essere stata invitata ai
festeggiamenti. Nel silenzio generale, alzò le braccia
e annunciò: "Non  mi avete invitato, ma
voglio anch'io fare un dono: crescerà in grazia e bellezza, amata da
tutti quelli che la conoscono., ma prima che cali il sole sul giorno del
suo sedicesimo compleanno, si pungerà un dito con il fuso di un
arcolaio... e morirà!" . Detto questo, sparì in una nuvola nera.
La povera regina prese allora la sua bimba dalla culla e la strinse forte
a sé, come per proteggerla dalle terribili parole della strega. Serena, che
non aveva ancora offerto il suo dono, agitò rapidamente
la sua bacchetta sopra la bimba dicendo: "Non posso
annullare il suo incantesimo, ma posso fare in modo che
dopo la puntura cada in un sonno di cento anni, da cui
sarà svegliata dal bacio del vero amore". Il re, padre di Aurora,
ancora spaventato per la vita della figlia, ordinò che lo stesso giorno tutti
i fusi e gli arcolai del reame venissero bruciati. Venne preparato un
grande rogo nel cortile, e tutti gli arcolai furono distrutti. Le tre fate non
erano certe che questo fosse sufficiente a proteggere la principessa, così
persuasero il re e la regina a permettere loro di nascondere la piccola:
esse l'avrebbero portata a vivere in mezzo alla foresta e si sarebbero tutte
travestite da contadine. E così per sedici lunghi anni, la principessa,
chiamata Rosaspina dalle tre buone fate, crebbe
nascosta in una capanna di taglialegna,
avendo come compagni gli uccelli e le creature
del bosco. In tutto questo tempo, Malefica cercò
di trovare la ragazza, ma invano, perché le fate
tennero ben nascosti i suoi movimenti. Vissero come comuni mortali, e
non usarono mai la magia ne timore che , se lo avessero fatto, Malefica
avrebbe potuto scoprirle dal bagliore che essa emanava.  Il giorno del 
sedicesimo compleanno della principessa, Flora , Fauna
e Serena vollero farle la sorpresa di una torta e di un
abito nuovo. La mandarono a raccogliere bacche nel bosco,
quindi si misero al lavoro per preparare una torta e cucire
un vestito. La torta riuscì un disastro e il vestito orribile. "Vado a prendere
le bacchette magiche" disse Serena sconfortata. "Sai, penso tu
abbia ragione" fece eco Fauna.  Con la magia, infatti
avevano sempre fatto tutto; non erano molto brave senza di
essa. Le bacchette proiettarono raggi di magia colorata per
tutta la stanza, e ben presto trasformarono la torta in un capolavoro
di pasticceria mentre il vestito diventava una meraviglia.
Sfortunatamente, le scintille colorate salirono su per il camino, in alto,
sopra la capanna. Il corvo di Malefica, che era a caccia della principessa,
vide le tracce magiche e volò dalla sua padrona per riferirle che aveva
finalmente scoperto il nascondiglio delle fate.  Nel
frattempo il principe Filippo, che per puro caso stava
cacciando in mezzo al bosco, udì un dolce canto.
Cercando colei che cantava, trovò Rosaspina che
danzava con le creature del bosco, e si unì a loro.
Cantando insieme, il principe e la fanciulla si innamorarono all'istante
l'uno dell'altra. Ma si stava facendo tardi, e Rosaspina
doveva andare. "quando potrò rivederti?" le chiese il principe.
"Vieni questa sera alla capanna nella foresta" disse la
fanciulla. "Sarò là con le mie zie." E si affrettò verso casa per
raccontare a Flora, Fauna e Serena che aveva incontrato un meraviglioso
cacciatore e se n'era innamorata. Ma anche le fate avevano delle notizie
per lei. "Mia cara, tu sei in realtà la principessa Aurora" cominciò Flora.
"E stanotte ti riporteremo a tuo padre, il re Stefano.
Devi dimenticare quel cacciatore. Non fa per te."
Tristemente, Rosaspina si lasciò condurre via dalla
capanna prima che il principe Filippo vi giungesse.
Le fate l'accompagnarono alla sua stanza nel castello, dove si gettò
singhiozzando sul letto.  "Lasciamola sola per un po'" disse Flora
chiudendo la porta dietro di sé. "Povera cara". Re Stefano e re Umberto
stavano festeggiando il ritorno della principessa, e brindando alla futura
unione dei loro figli e dei loro reami. In quel momento l'arrivo del
principe Filippo interruppe le loro fantasticherie. "Padre"
annunciò il giovane agitato. "Ho appena incontrato
la ragazza che sposerò. Non la principessa Aurora, ma una
contadinella." All'udire ciò, re Umberto s'infuriò col figlio,
non ottenendo nessun risultato, lo supplicò e adulò,
ma non ci fu nulla da fare. Il principe Filippo insistette: voleva sposare la
fanciulla che amava. E partì al galoppo per incontrare Rosaspina nella
capanna del bosco, lasciando suo padre nello sconforto. In tutto quel
tempo la principessa era rimasta sola a piangere nella sua camera. 
Malefica entrò trasformata in un anello di fumo, fece una
magia alla fanciulla e la condusse in una stanza segreta
in cui c'era un arcolaio, l'unico rimasto in tutto il Paese.
"Cosa sarà mai?" disse Aurora. Allora udì una voce che
ordinava: "Tocca il fuso!" Aurora tese la mano verso il fuso
e si punse il dito. Immediatamente cadde al suolo svenuta. Le tre fate
la trovarono stesa sul pavimento e la trasportarono nel più
bell'appartamento del palazzo. Le tre fatine buone decisero di
addormentare tutti nel palazzo e spruzzarono polvere di sonno. Poi
volarono via  a cercare il principe Filippo. perché solo lui avrebbe potuto
svegliare la principessa. Intanto Filippo arrivato
nella casetta nel bosco trovò Malefica ad aspettarlo.
Lo imprigionò nel suo castello e lo schernì
dicendogli che la sua contadinella non era altro
che la principessa Aurora , addormentata nel castello del re Stefano! 
Aurora era condannata a dormire finchè il suo bacio non l'avesse destata.
Le tre fate riuscirono a trovare il principe e lo liberarono.
Dopo averlo armato della possente Spada della Verità
e del magico scudo della Virtù lo aiutarono ad uscire
dal castello di Malefica. Filippo corse al castello e trovò
le mura sommerse da una foresta di rovi, mentre Malefica, trasformatasi
in un drago che sputava fuoco, stava a guardia del levatoio.  Le fate
spruzzarono polvere magica sulla spada del principe: la spada volò
diritta al cuore del drago e lo uccise. Cadendo, il terribile
animale riprese l'aspetto di Malefica. Il principe giunse quindi
dove giaceva la principessa Aurora, la baciò delicatamente...
la principessa si destò, sorrise a Filippo e tutta la stanza si
illuminò.  Tutta la corte si destò e davanti agli occhi compiaciuti di re
Stefano, della regina e di re Umberto, Filippo e Aurora cominciarono a
danzare... e vissero da quel giorno felici e contenti!